ADORAZIONE DEI MAGI
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GIOVANNI BALDUCCI, detto COSCI

ADORAZIONE DEI MAGI

Tra il 1560 e il 1564

olio su legno

86 х 60 cm

Inv.: 3818

Il quadro pervenne al Museo Puškin sotto il nome di Girolamo Macchietti; questo nome venne proposto da Vipper sulla base di un monogramma, I.M.F., di cui in seguito scomparve ogni traccia. L'attribuzione attuale appartiene all'autrice del catalogo.

Restauro: 1961 (Museo Puškin, V.N. Zinov’eva). Asportazione della vernice scurita e sporca e, parzialmente, delle ridipinture successive.

Il soggetto dell’Adorazione dei Magi, descritto dal Vangelo (Mt 2,1-11), acquistò vasta popolarità nella pittura italiana, e la sua raffigurazione conosce una salda tradizione. Nel quadro della collezione del Museo Puškin la scena si sviluppa in primo piano sullo sfondo di alcuni ruderi. A destra è raffigurata di profilo Maria, con il Bambino Gesù sulle ginocchia. Dietro di lei due angeli, a sinistra Giuseppe. Gasparre, il più anziano dei Magi, è in ginocchio davanti a Cristo; un po’ più distante compaiono Melchiorre e il negro Baldassarre, in piedi.  Il corteo dei Magi, com’è tipico in questo soggetto, mostra vari indizi della loro origine orientale. I doni offerti dai Magi hanno un significato simbolico: l’oro indica la considerazione per il Regno di Cristo; l’incenso, il riconoscimento della Sua divinità; la mirra, impiegata nell’imbalsamazione, allude alla futura morte di Cristo.

La composizione trova numerose analogie nell’opera di Giovanni Balducci; fra esse c’è l’opera più nota dell’artista, il ciclo di affreschi nell’Oratorio dei Pretoni (chiesa di Gesù Pellegrino) a Firenze (Ammanati 1977), e fra le opere da cavalletto, Cristo in Maestà con gli apostoli (coll. Corsini, New York; cfr.: Nissmann 1969, рp. 25-26, cat. n. 14, fig. 5), dipinto come bozzetto per la pala d’altare dell’Oratorio dei Pretoni. Il gruppo di figure presente nel quadro risale a una composizione di Federico Zuccaro nel Museo Girolamini a Napoli, particolarmente simile al dipinto della collezione del Museo Puškin, anche per dimensioni (92 х 58). Quest’ultimo quadro viene considerato il bozzetto per una grande pala d’altare dipinta da Zuccaro nel 1564 su marmo per la cappella Grimani, nella chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia (Cantalamessa 1902, рp. 49-52). Nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe agli Uffizi di Firenze si conserva il disegno preparatorio dell’artista (Rearick 1959, р. 136, fig. 22, 23). Quest’opera godeva di grande popolarità e fu riprodotta, tra l’altro, in un’incisione di Cornelis Cort (1533/36-1578; Bartsch [TIВ] 1986, 52, р. 47, n. 38 [59], ill.; Hollstein V, p. 45, n. 51); inoltre, in una serie di pitture, anche dello stesso Federico, ne vennero reimpiegati singoli motivi. Non sorprende che Balducci si rifacesse alle opere di Federico Zuccaro, perché i due artisti erano uniti da una stretta collaborazione: tra il 1575 e il 1579 sotto la sua direzione Balducci partecipò ai lavori di affresco della cupola del duomo di Firenze. Un’analoga soluzione compositiva, il motivo dei ruderi con l’arco e la scala, si incontra nel quadro Adorazione dei Magi dipinto dal maestro di Balducci, Giovanni Battista Naldini (Pinacoteca di Dresda; olio su tavola, 81 х 63,5; inv. 88). Lo stesso motivo del gruppo di figure venne ripreso da Balducci in due disegni, uno dei quali si trova al Museo di Belle Arti di Lille (inv. 939; Chatelet 1970, р. 24, n. 7, fig. 3), l’altro nelle Collezioni statali di grafica di Monaco (inv. 21132; Barocchi 1965, р. 263, fig. 106е).

Provenienza: Fu acquisito nel 1960 da G.M. Verpuchovskaja, Mosca.

Mostre: 1970 Mosca, cat., n. 32, ill. (Maestro italiano del XVI secolo).

Bibliografia: Markova 1992, p. 175, ill. (qui e di seguito, Balducci); Cat. Museo Puškin 1995, p. 82, ill.; Markova 2002, pp. 81-82, n. 36.

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