PARIS BORDONE (PARIS PASCALINUS)
MADONNA CON BAMBINO, GIOVANNI BATTISTA E SAN GIORGIO (SACRA CONVERSAZIONE)
La vernice finale è scurita e sporca, a macchie irregolari.
Sul verso della tela, si evidenzia l’etichetta della collezione del duca di Leuchtenberg, con la scritta a china: 6 Tiziano.
È rappresentato uno schema compositivo prediletto dai veneziani, la Sacra Conversazione, nel quale le figure della Madonna, del Bambino e di alcuni santi si situano in uno spazio comune a significare la comunione ovvero il sacro discorrere. Questo tipo di raffigurazione, in cui le singole figure non sono rappresentate entro comparti diversi bensì all'interno di un'unico spazio, appare fin dal XIV secolo, e gode di ampia diffusione nella pittura italiana all’epoca del Rinascimento. La scelta dei santi rappresentati veniva determinato dalle condizioni dettate dal committente. Nel dipinto in esame Giovanni Battista è raffigurato in vesti di «Precursore» di Cristo, che egli presenta con il gesto allo spettatore. Giorgio, santo guerriero, era uno dei patroni di Venezia.
Nella collezione dei duchi di Leuchtenberg il dipinto era considerato opera di Tiziano. Lazarev lo attribuiva a Domenico Campagnola (annotazione nell’inventario del museo); lo studioso ribadì questo parere anche molti anni dopo, nel 1972, nelle note in margine al manoscritto del catalogo della pittura italiana nel Museo Puškin, da lui recensito. A favore dell’attribuzione a Paris Bordone, discepolo di Tiziano, si pronunciò per primo Waagen (1864), e subito dopo anche Crowe e Cavalcaselle (1877).
Il quadro della collezione del Museo Puškin è un esempio tipico, di eccellente qualità, del periodo giovanile di Paris Bordone. Sul principio costruttivo qui impiegato, con il gruppo di figure spostato in primo piano e il movimento sviluppato secondo una linea orizzontale, mentre in secondo piano appaiono un motivo architettonico a destra e una veduta di paesaggio in lontananza a sinistra, si basano molte composizioni dell’artista. Lo si incontra per la prima volta in Palma il Vecchio, in particolare in un dipinto della Galleria dell’Accademia a Venezia (inv. 147), dove la figura della Madonna, seduta su un piccolo rialzo, è nitidamente leggibile sullo sfondo di un edificio un po’ spostato a destra rispetto al centro. A Palma il Vecchio risale anche la disposizione complessiva delle figure e, in certa misura, la posa di Giovanni Battista raffigurato di profilo (cfr. la Sacra Conversazione nella coll. Thyssen-Bornemisza, inv. 318).
Questa tipologia compositiva, ampiamente sviluppata da Palma il Vecchio e poi da Paris Bordone, è per molti aspetti debitrice alle opere di Tiziano del primo decennio del XVI secolo. Una delle fonti principali per Bordone è forse la Sacra Famiglia con Giovanni Battista di Tiziano, del 1507-1508, ora alla Galleria Nazionale di Scozia di Edimburgo. A Tiziano risale il motivo secondo cui la Madonna sembra essere in procinto di volgere le spalle al Bambino, conferendo al quadro un movimento più complesso, centrifugo. Colpisce anche la somiglianza nella resa della posa e del movimento di Giovanni Battista. Nell’interpretazione di Pars Bordone la figura di Giovanni acquista una certa piattezza. Esiste un’altra composizione in cui viene impiegato un motivo analogo di sfondo con architetture e paesaggio, la Madonna con Bambino, san Giorgio, Giovanni Battista e Maddalena, conservata nella Galleria d’Arte di Glasgow (inv. 191; Mariani Canova 1964, p. 102, fig. 14). Le opere presentano qualche differenza dal punto di vista iconografico, che finisce per determinare anche le pose dei santi. Nel quadro di Glasgow san Giorgio prende il Bambino dalle braccia della Madonna, mentre nel dipinto moscovita Cristo si volge a Giovanni Battista, che lo tiene per la mano destra. La composizione della collezione del Museo Puškin dimostra un’assoluta compiutezza e maturità di soluzione, raggiunta da Bordone in gran parte grazie ai suoi contatti artistici con Tiziano. Per questo il quadro si distingue da tutte le precedenti opere su questo tema, che come la citata analogia di Glasgow sono caratterizzate in primo luogo dall’influsso di Palma il Vecchio (proprio a lui risale la figura di Maria Maddalena nel dipinto di Glasgow).
Mariani Canova, forse erroneamente, indicò come analogia del nostro quadro un’altra opera di Glasgow (inv. 570; Mariani Canova 1964, fig.6), anch’essa appartenente al periodo giovanile, ma che non possiede una somiglianza tanto evidente.
Mariani Canova datava il dipinto del Museo Puškin al terzo decennio del XVI secolo. È più corretto invece riferirlo alla fine degli anni Venti. In questo periodo Paris Bordone, giunto nel 1518 a Venezia da Treviso e, secondo il Vasari, formatosi nella bottega di Tiziano, cominciò a lavorare in maniera autonoma.
Il quadro è riprodotto in un’incisione nella pubblicazione di Passavant (1851), con il nome di Tiziano.
Provenienza: Fino al 1918 si trovava nella coll. dei duchi di Leuchtenberg, Monaco-Pietroburgo, Pietrogrado; nel 1918-1919, nel Fondo Museale di Stato; dal 1920 nel Museo Rumjancev; dal 1924 nel Museo Puškin.
Bibliografia: Verzeichniss 1829, p. 36, n. 76 (qui e di seguito, Tiziano); Passavant 1851, p. 3, n. 9, tav. 9 (riprodotto mediante acquaforte); Andreev 1862, pp. 231-232, n. 8; Waagen 1864, pp. 376-377, n. 45 (qui e di seguito, Paris Bordone); Crowe, Cavalcaselle 1877, II, p. 731; Crowe, Cavalcaselle 1878, II, p. 458 (Leipzig 1877, p. 731); Cat. Duca di Leuchtenberg 1884, p. 5, n. 11 (Tiziano); Galleria Leuchtenberg 1884, p. 558 (Paris Bordone); Čujko 1884, p. 635; Cat. Duca di Leuchtenberg 1886, p. 5, n. 11 (qui e di seguito, Tiziano); Harck 1896, p. 430 (qui e di seguito, Paris Bordone); Bailo, Biscaro 1900, pp. 145-146, n. 65; Neoustroieff 1903, рp. 340, 344, tav. II; Neustroev 1904, I, pp. 32,43-44; tav. 29; Schaeffler in Thieme-Becker 1910, IV, p. 349; Chussida 1921, pp. 7-9, ill.; Venturi 1928, IX/3, p. 1032 (come appartenente alla coll. del duca di Leuchtenberg); Berenson 1957, I, p. 46 (con riferimento a Neustroev); Mariani Canova 1964, р. 108; Fossaluzza 1987, рp. 200-201, n. 39; Rearick 1987, рp. 48, 62, nota 4; Cat. Brera 1990, p. 84; Markova 1992, p. 148, ill.; Cat. Museo Puškin 1995, pp. 84-85, ill.; Fossaluzza 2000, р. 159, fig. 7; Markova 2002, pp. 94-96, n. 44.