VITTORE CRIVELLI
MADONNA CON BAMBINO E SANTI
Polittico con cinque scomparti
Circa 1480
113 х 190 (con la cornice). Composizione centrale, 105 х 41,5; scomparti laterali, 105 х 34,5 (ciascuno)
Inv.: 212
Polittico con cinque scomparti.
Alla destra della Madonna sono raffigurati sant’Antonio abate con il libro (senza i tradizionali attributi del bastone e del porcello), e san Nicola, con il pastorale (ma senza mitria), e un libro su cui poggiano tre sfere dorate.
A sinistra della Madonna appaiono san Cristoforo con un bastone ricavato da un ramo di palma e il Bambino Gesù sulle spalle; una santa con un libro e un ramo di palma (attributi comuni a molti santi), e la corona in testa, che fa pensare ad una raffigurazione di Santa Caterina d’Alessandria.
Il dipinto pervenne al Museo Rumjancev come «iconostasi d’altare di scuola veneziana di Murano». Muratov (1910) lo riteneva opera di scuola padovana. Romanov (verbalmente) lo attribuì a Bartolomeo Vivarini. La paternità di Vittore Crivelli fu stabilita da Lazarev (verbalmente), e sotto questo nome l’opera fu inscritta nel registro inventario del museo.
Il polittico della collezione del Museo Puškin è una delle opere più importanti della fase giovanile di Vittore Crivelli, insieme alla Madonna con Bambino e angeli, che si trovava in passato nella collezione Bayer di New York (Papetti 1997, n. 1), e a un’altra composizione sullo stesso tema, appartenuta al console inglese a Venezia John Strange (Papetti 1997, n. 4), nota anche grazie a un’acquaforte che si trova al Museo Correr di Venezia (inv. 1337). Nelle opere citate si rinvengono motivi impiegati anche nel polittico moscovita. Il periodo giovanile dell’attività di Vittore Crivelli, prima del 1460, è segnato da un’affinità con la maniera di Antonio Vivarini; questo si evidenzia, in particolare, nella realizzazione dei comparti laterali della pala d’altare del Museo Puškin, in cui le figure dei santi sono conchiuse in se stesse ed esistono autonomamente. Zeri (1961; 1992а) sottolineava anche il legame stilistico e tipologico con le opere di Francesco de Franceschi e Giorgio Schiavone. Proprio alle tradizioni della scuola di Murano l’autore del nostro polittico deve il particolare senso di espressività decorativa, l’aspirazione a unire le soluzioni plastiche trovate dal Rinascimento a un gusto quasi «gotico» dell’ornamentazione e della ricerca coloristica. Nelle opere di Vittore Crivelli si vede spesso la figura della Madonna assisa su un trono di marmo sullo sfondo di un’absidiola intarsiata, con il pavimento di marmo e drappi riccamente ornati. Il melograno visibile in primo piano nella composizione centrale non va semplicemente considerato come un tributo alla tradizione iconografica, ma anche come l’espressione di un particolare senso estetico. L’interesse per motivi di questo genere determinava anche la pittura del fratello maggiore di Vittore, Carlo Crivelli, che più volte rappresentò in primo piano, nei suoi quadri con la Madonna e il Bambino, frutti di grandezza volutamente accentuata.
Il polittico moscovita è molto interessante come esempio dell’attività giovanile dell’artista. Per quanto riguarda le opere di Vittore Crivelli del periodo maturo, vale a dire i polittici d’altare che si trovano nelle Marche (nella chiesa di Sant’Agostino a Toppe di Palme, nel Palazzo comunale di Sant’Elpidio e nella Galleria Civica di San Severino), in essi la fedeltà ai principi fondamentali degli anni giovanili si univa a un approfondimento dell’esperienza rinascimentale.
Pur non negando la difficoltà di datare il polittico del Museo Puškin, Zeri (1961; 1992а) ipotizzava che fosse stato dipinto quando l’artista si trovava ancora in Dalmazia. A questo riguardo è interessante la scritta su un’acquaforte che riproduce il quadro, appartenente alla collezione Strange: VICTOR.DE.CRIBELLIS./ VENET.PINXIT. L’allusione qui contenuta alle origini veneziane dell’artista potrebbe spiegarsi con il fatto che egli stesse lavorando lontano da Venezia, in Dalmazia.
Provenienza: Tra il 1886 e il 1898 fu acquistato da D.A. Chomjakov in Italia (presumibilmente nella bottega dell’antiquario Ongagni in piazza San Marco a Venezia); nel 1901 fu donato da Chomjakov (Mosca) al Museo Rumjancev; dal 1924 si trova al Museo Puškin.
Bibliografia: Cat. Museo Rumjancev 1901, p. 37, n. 446 (qui e negli altri cat. del Museo Rumjancev fino al 1908, «iconostasi d’altare di scuola veneziana di Murano»); Cat. Museo Rumjancev 1910, p. 83, n. 763 (Artista anonimo dell’inizio del XVI secolo); Muratov 1910, pp. 7-9, ill. (Scuola padovana del XV secolo); Cat. Museo Rumjancev 1912, p. 93, n. 2 (qui e di seguito, Scuola di Bartolomeo Vivarini); Cat. Museo Rumjancev 1915, pp. 205, 218, n. 558; Zeri 1961, pp. 228-229, 231-235, fig. 18, 19; Di Provvido 1972, pp. 42-46, tav. 3; Dizionario Bolaffi 1973, IV, p. 81 (nella sezione bibliografica); Zampetti in Dizionario biografico degli italiani, 31, 1985, p. 161; Markova 1992, pp. 90-92, ill.; Markova 1992, рp. 22, 30-31; Zeri 1992а, рp. 173-178; Cat. Museo Puškin 1995, pp. 98-99, ill.; Papetti 1997, рp. 98, tav. II, 199-200, n. 2, 201-203, 208, 219, 224; Markova 2002, I, pp. 149-151, n. 79.