SIMONE CANTARINI, detto PESARESE
SACRA FAMIGLIA CON SAN GIOVANNINO E SANTA ELISABETTA
Sul recto è visibile, a destra in rosso, il numero di catalogo 641 dell’Ermitage del 1797; sul verso della tela è stampigliato il numero di inventario 2245 dell’Ermitage del 1859; sul telaio appare il numero 196 dei cataloghi dell’Ermitage.
L’attribuzione del dipinto è tradizionale e non è mai stata messa in dubbio. In passato, quando apparteneva alla collezione di lord Walpole, l’opera era molto apprezzata e godeva di una certa notorietà.
Nell’organizzazione della composizione è evidente l’influsso del maestro dell’artista, Guido Reni, e in particolare un richiamo alle opere del periodo romano. La posa del Bambino, raffigurato seduto di profilo, rimanda anch’essa a Guido Reni, e tra i suoi prototipi si può citare la composizione di Reni Adorazione dei pastori, appartenente alla collezione del Museo Puškin (inv. 11608; Markova 2002, II, pp. 266-268, n. 234).
Mancigotti (1975) attribuiva il quadro moscovita agli ultimi anni di attività di Simone Cantarini e lo datava tra il 1645 e il 1648. Emiliani (in Simone Cantarini 1997) lo ritiene antecedente e lo data invece al 1640-1642.
Una copia della composizione del Museo Puškin, ritenuta per molto tempo un’opera originale dell’artista, è conservata nel Museo Civico di Bologna (Zucchini 1938, p. 41, n. 11); potrebbe forse appartenere alla bottega dell’artista. Un’altra copia, attribuita a Giovanni Maria Viani (R. Roli, in una lettera del 1991), si trova nella collezione degli Staatliche Museen di Berlino (inv. n. 91.1; Gemäldegalerie Berlin 1996, pp. 126, 620, tav. 2431).
Un disegno preparatorio realizzato a sanguigna si trova nella collezione della Pinacoteca di Brera a Milano (inv. 501). Emiliani ha fatto osservare che nel disegno la composizione è inscritta in un ovale, mentre nel quadro assume una forma circolare. Sempre Emiliani fa riferimento a un altro disegno, anch’esso di forma ovale, che tuttavia a differenza del primo si sviluppa in orizzontale anziché in verticale (A. Emiliani, in Simone Cantarini 1997).
La composizione è stata riprodotta in un’incisione di G.A. Caccioli.
Provenienza: Nella collezione di sir Robert Walpole (dal 1736 nella dimora di Downing street e successivamente nella tenuta di Houghton Hall, a Norfolk); nel 1779 è stato acquistato per l’Ermitage; dal 1924 è nel Museo Puškin.
Materiali d’archivio: Cat. Ermitage 1773, n. 2403; Cat. Ermitage 1797, n. 641; Inv. Ermitage 1859, n. 2245; Liphart 1928, f. 101, n. 196.
Bibliografia: Aedes Walpolianae 1752, p. 55; Cat. Ermitage 1774, n. 2403; Hand 1827, p. 293; Labensky 1838, p. 280, n. 81; Somov 1859, pp. 55, 56; Cat. Ermitage 1863, p. 51, n. 196 (il numero si conserva in tutti i cataloghi dell’Ermitage fino al 1916); Waagen 1864, p. 79; Album Ermitage 1912, p. 90, ill.; Cat. Ermitage 1916, p. 20; Vertue 1968, VI, p. 176 («a round picture of the Holy Family. Christ learning to read»); Mancigotti 1975, p. 159, fig. 95; Markova 1992, p. 205, ill.; Colombi Ferretti 1992, fig. 123; Cat. Museo Puškin 1995, pp. 164, 165, ill.; A. Emiliani, in Simone Cantarini 1997, p. 156, n. I.44, 157, ill.; Markova 2002, II, pp. 146-148, n. 123; Markova, in A Capital Collection 2002, p. 114, n. 14.