VALERIO CASTELLO
SAN LORENZO
Lorenzo è un martire cristiano di origine spagnola, morto a Roma nel 258; dal IV secolo è tra i santi più venerati del mondo cristiano. Venne consacrato diacono da papa Sisto II e andò incontro al martirio subito dopo l’uccisione dello stesso papa; venne torturato e arso su una graticola avvolta dalle fiamme. Nel quadro è raffigurato nei sembianti di un giovane, rivestito della dalmatica – la tunica che portavano i diaconi – e con il tradizionale attributo della graticola.
Nella collezione di Chodasevič era attribuito con punto interrogativo a Giuseppe Maria Crespi. Giunse al Museo Puškin come opera di anonimo italiano del XVII secolo, poi dietro proposta di von Loga venne ritenuto opera di scuola spagnola, forse di Francisco Rizi (von Loga 1923; annotazione nel libro inventario del museo). Sotto il nome di Rizi il quadro rimase per lungo tempo, fino alla metà degli anni sessanta, esposto nella sala dedicata alla pittura spagnola. Chi scrive, alla fine degli anni sessanta, ha identificato il dipinto come opera di Valerio Castello.
La maniera pittorica del quadro della collezione del Museo Puškin è caratteristica dell’artista genovese che dipinge a lunghe pennellate fluide impiegando nel contempo campiture di colore fumeggiate che creano nel loro accostamento una fattura pittorica ricca e complessa. D’altro canto, nell’opera dell’artista non si incontrano quasi mai composizioni analoghe che presentano un’unica figura; quest’ultima circostanza induce a prestare una particolare attenzione all’opera in esame, contraddistinta da un livello artistico notevolissimo. Il tipo del santo, con la testa piccola e una ricercata eleganza nel movimento, assomiglia alle figure femminili dei quadri di Valerio Castello, tra cui la tela moscovita appartenente al Museo Puškin, Madonna con Bambino e san Giovannino (inv. 173; Markova 2002, II, pp. 151-152, n. 127). La composizione dedicata a san Lorenzo venne certamente dipinta negli ultimi anni della breve vita del maestro genovese. Nelle sue opere più tarde, infatti, il colorito si accende di riflessi smorzati di rosso e l’atmosfera assume immutabilmente intonazioni drammatiche.
Provenienza: Si trovava nella coll. M.F. Chodasevič, Mosca, da cui passò nel Fondo Museale di Stato; dal 1925 appartiene al Museo Puškin.
Mostre: 1915 Mosca, cat. n. 30; 2° ed., n. 30 (Giuseppe Maria Crespi ?).
Bibliografia: von Loga 1923, pp. 372-373, ill. (Francisco Rizi); Markova 1992, p. 240, ill. (qui e di seguito: Valerio Castello); Cat. Museo Puškin 1995, p. 166, ill.; Markova 2002, II, pp. 152-154, n. 128.