IL CONVITO DI BALDASSARRE
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PIETRO (PIER) DANDINI

IL CONVITO DI BALDASSARRE

Fine del XVII - inizio del XVIII secolo

olio su tela

87 х 165 cm

Inv.: 2691

Firma a sinistra sul pilastro: «Petrus Dandinius ciuis».

Il soggetto è tratto dall’Antico Testamento (Dn 5,1-6). È raffigurato il convito del re babilonese Belsazar (VI secolo a.C.), nel corso del quale appare una misteriosa visione: una mano che scrive sulla parete alcune enigmatiche parole, «MANE THECEL PHARES». Il profeta Daniele le interpretò come la profezia della caduta del regno di Babilonia e della morte del re. In quella stessa notte Belsazar fu ucciso. Nell’arte cristiana Belsazar simboleggia l’Anticristo, la colonna del paganesimo. Le composizioni raffiguranti il banchetto di Belsazar acquisirono particolare popolarità nella pittura barocca (Pigler 1974, I, pp. 213-216).

Il quadro, firmato con il nome completo dell’autore, rappresenta uno splendido esempio della pittura da cavalletto di Pietro Dandini, che lavorò molto anche nel campo della pittura murale, in particolare insieme a Pietro da Cortona, nel periodo in cui quest’ultimo eseguì gli affreschi di Palazzo Pitti a Firenze. Nella tela moscovita, attribuibile al periodo della maturità artistica di Dandini, si rivela appieno l’originalità della sua arte, basata sull’improvvisazione e immutabilmente permeata di sfumature di ironia e grottesco. L’artista dimostra qui brillantemente il suo virtuosismo di compositore e la sua maniera singolare, irripetibile, di dipingere a pennellate ampie e libere, che gli consentiva di lavorare con una rapidità che stupiva i contemporanei.

Provenienza: Acquisito nel 1930 dalla coll. M.B. Benediktov, Mosca.

Mostre: 1961 Mosca, cat. p. 28, ill.; 1997 Tokio-Tendo-Okazaki-Akita. cat. n. 17.

Bibliografia: Markova 1992, p. 226, ill.; Markova 1994b, pp. 41-42, fig. 13; Cat. Museo Puškin 1995, p. 150, ill.; Bellesi 1997, p. 64; Markova 2002, II, pp. 101-102, n. 75.

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