SAN GIOVANNI EVANGELISTA
Оригинальный размер изображения Предпросмотр

CARLO DOLCI

SAN GIOVANNI EVANGELISTA

1647

olio su tela (trasporto da legno)

40 х 29 cm

Inv.: 7

Sul verso del quadro, prima che fosse trasportato da tela su legno, appariva una vecchia dicitura: «Di mano di Carlo Dolci g to d. 9 Giug o 1647»; sul telaio, a matita: «Cat. 1639» (numero dei cataloghi dell’Ermitage).

Giovanni Evangelista, uno dei dodici discepoli prescelti da Cristo, autore del quarto Vangelo, di tre Epistole e dell’Apocalisse, è qui raffigurato con l’aquila, suo tradizionale simbolo (Legenda Aurea [1995], IX).

L’attribuzione al Dolci non è mai stata messa in discussione. Nelle pubblicazioni riferite al Museo Golicyn, l’opera figura come dipinta su legno; con ogni probabilità, l’operazione di trasporto della pittura su tela venne effettuata quando ormai il quadro apparteneva all’Ermitage.

Il quadro faceva parte di una serie di quattro composizioni di modeste dimensioni raffiguranti gli apostoli, dipinta dal Dolci intorno al 1640-1650 a Firenze per Francesco o Giovanni Quaratesi (Baldassari 1995). Le altre tavole superstiti – San Pietro, San Matteo e San Giacomo il Minore – sono attualmente in collezioni private; dipinte su legno, hanno le stesse misure del quadro moscovita. Nel 1767, insieme agli altri pezzi della serie, il quadro qui in esame venne messo in mostra a Santissima Annunziata, Firenze (Borroni Salvadori 1974).

Sul verso delle raffigurazioni degli apostoli Pietro e Matteo appaiono scritte analoghe a quella che figurava anche sul quadro del Museo Puškin prima che venisse trasferito su tela (San Pietro: «Di mano di Carlo di Andrea Dolci Anno 1643;» San Matteo: «Opera di Carlo Dolci 1643. S. Matt.»). La discrepanza fra le date può indicare che il lavoro alla commissione venne ripreso a una certa distanza di tempo, dopo essersi interrotto per qualche motivo, ma potrebbe essere dovuta anche a un errore nella lettura dell’ultima cifra sul verso del quadro moscovita, che oggi è ormai impossibile recuperare. Le raffigurazioni di Pietro e Giacomo il Minore sul verso della tavola portano anche lo stemma della famiglia Quaratesi, fatto che convalida la commissione.

L’opera della collezione del Museo Puškin, di piccole dimensioni e superbamente eseguita, ci offre un esempio di opera relativamente giovanile di Carlo Dolci, uno dei più insigni pittori fiorentini del XVII secolo. Per maniera pittorica e colorito si avvicina alle opere di Jacopo Vignali, suo maestro.

La figura di Giovanni Evangelista suscitò sempre l’interesse di Dolci, soprattutto nel primo periodo. La più affine al quadro moscovita è una tela ottagonale degli Staatliche Museen di Berlino (inv. 423; olio su tela; 115,2 х 93,7; Gemäldegalerie Berlin 1996, pp. 41, 587, vol. 2537), datata intorno al 1635-1640 (Baldassari 1995, n. 29). Esistono anche altre varianti di questa composizione, tra cui è particolarmente noto un quadretto su rame del Museo Ringling a Sarasota, Florida (olio su tela, 25,9 х 20,6), databile intorno al 1635-1640 (Baldassari 1995, n. 74). Nel periodo più tardivo il tema venne risolto dall’artista in una diversa chiave stilistica, di cui possono costituire un esempio due composizioni dipinte nel 1671 e conservate alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze (Baldassari 1995, nn. 128, 129).

Provenienza: Dipinto su commissione di Giovanni o Francesco Quaratesi a Firenze, nel 1767 era nella collezione della famiglia, dove rimase forse fino all’inizio del XIX secolo; nel 1821 figurava nella collezione A.S. Vlasov, Mosca, e poi nella collezione dei principi Golicyn, Mosca; nel 1886 dal Museo Golicyn fu acquistata per l’Ermitage; dal 1924 si trova al Museo Puškin.

Materiali d’archivio: Inv. Ermitage 1859, n. 6935 (inserito dopo il 1886); Inv. Museo Golycin 1886, n. 35.

Mostre: 1961 Mosca, cat. p. 31; 1997 Tokio-Tendo-Okazaki-Akita, cat. n. 15.

Bibliografia: Cat. Vlassoff 1826, p. 1, n. 2; Asta di Vlasov 1830, p. 72, n. 2; Museo Golicyn 1866, p. 6, n. 35; Museo Golicyn 1882, p. 5, n. 35; Somov 1886, p. 684; Cat. Ermitage 1889, p. 63, n. 1639 (il numero si conserva in tutti i cataloghi dell’Ermitage fino al 1912 compreso); Album Ermitage 1912, p. 72, ill.; Cat. Ermitage 1912, p. 89; Busse 1913, p. 385; Borroni Salvadori 1974, p. 81; Cantelli 1983, p. 73; Markova 1992, p. 221, ill.; Markova 1994b, pp. 39-40, fig. 9 (erroneamente, come Giovanni Battista); Baldassari 1995, pp. 72, 75, n. 39, fig. 39; Cat. Museo Puškin 1995, p. 157, ill.; Markova 2002, pp. 130-132, n. 106, ill.

Сайты Музея