FANTASIA ARCHITETTONICA CON ARCO GOTICO IN ROVINA
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FRANCESCO GUARDI

FANTASIA ARCHITETTONICA CON ARCO GOTICO IN ROVINA

Prima metà del 1780 anni

olio su tela

38 х 26 cm

Inv.: 216

È in coppia con il quadro del Museo Puškin, inv. 214.

I due quadri appartengono al tipo di piccoli paesaggi-capriccio, caratteristici dell'opera di Francesco Guardi. Vi sono fissati non tanto elementi concreti del paesaggio urbano, quanto fantasie sul tema della veduta veneziana. Queste opere venivano sovente raggruppate a coppie o addirittura in intere serie dopo essere state dipinte, direttamente al momento della vendita.

Accanto all'esattezza documentaria della veduta veneziana, i piccoli paesaggi di Francesco Guardi, privi di effetti esteriori e di minuziosa descrittività, sembrano risultato del gioco dell'immaginazione dell'artista o di suoi fugaci ricordi. In essi reali motivi architettonici si intrecciano con elementi fantastici. In fondo al vecchio cortiletto, attraverso i ruderi ombrosi dell'arco gotico in rovina, inaspettatamente si apre una veduta – inondata di sole – sulla Scala dei giganti che decora il cortile interno del Palazzo ducale. L'alternarsi di fasce di ombra e di luce, il capriccioso scintillio dei raggi solari sulla superficie degli edifici e sul vetro di un lampione rendono con straordinaria finezza l'incanto irripetibile di Venezia. Le sagome di rari passanti, ritratti di spalle, sono create attraverso lievi tocchi di pennello dell'artista.

Francesco Guardi è l'ultimo insigne pittore del XVIII secolo. Egli fu testimone del declino di Venezia, un tempo grande potenza marinara. Il genere irripetibile di paesaggio-fantasia che egli stesso chiamò «capriccio», aprì la strada alle correnti pittoriche romantiche e impressioniste del XIX secolo.

Provenienza: nel 1909-1910 fu acquistato da D.I.Ščukin attraverso M.M.Savostin a Pietroburgo; dopo il 1918 passò al Museo della pittura occidentale antica, a Mosca; dal 1924 si trova al Museo Puškin.

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