EBERHARD KEIHLAU, detto MONSÙ BERNARDO
BAMBINI
Nella collezione Fabrizius, da cui proviene, il quadro era attribuito a Velasquez; nel Museo Puškin, secondo la definizione di Liebmann (1969), era ritenuto opera di Antonio Amorosi. L’attuale attribuzione appartiene all’autrice del catalogo (Markova 1982).
Il quadro è caratteristico del genere pittorico che presenta figure di grandi dimensioni, di cui Keihlau, che si era formato nella bottega di Rembrandt ad Amsterdam e dopo il suo trasferimento in Italia nel 1651 aveva saputo assimilare fruttuosamente l’esperienza dei maestri della pittura italiana, fu il promotore. Anche l’arte di Keihlau, dal canto suo, impresse una notevole impronta sulla pittura di Roma e dell’Italia settentrionale, ed esercitò un proprio influsso sui pittori del XVII e anche del XVIII secolo.
Per maniera pittorica e soluzione coloristica il quadro del Museo Puškin è caratteristico dell’arte di Eberhard Keihlau, nella cui opera il tipo di composizione in esame – di formato orizzontale e con un gruppo di personaggi in primo piano – venne ampiamente elaborata. Tra le numerosissime analogie possiamo citare un quadro di dimensioni affini, il Baccanale infantile, appartenente al Prado di Madrid (Pintura italiana 1970, n. 104). Heimburger (1988), che aveva proposto la medesima attribuzione indipendentemente da chi scrive, datava il quadro del Museo Puškin intorno al 1655 e sottolineava l’ottima conoscenza della pittura di Domenico Fetti dimostrata dall’autore.
Provenienza: Fino al 1916 si trovava nella collezione del generale maggiore M.P. Fabrizius, Mosca-Pietroburgo; nel 1916 venne donato da sua figlia K.M. Matveeva al Museo Rumjancev; dal 1924 si trova al Museo Puškin.
Mostre: 1961 Mosca, cat. p. 13, ill. (Amorosi).
Bibliografia: Collezione Fabrizius 1906, p. 66, n. 242 (Velasquez ?); Liebmann 1969, p. 270, fig. 3; Markova 1982, pp. 9-14 (qui e di seguito: Keil); Heimburger 1988, p. 192, n. 79, ill.; Markova 1992, p. 251, ill.; Cat. Museo Puškin 1995, p. 167, ill.; Markova 2002, p. 159, n. 134, ill.