IL RIPUDIO DI AGAR E ISMAELE
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CRISTOFORO SAVOLINI

IL RIPUDIO DI AGAR E ISMAELE

1670-е ?

olio su tela

101 х 92 cm

Inv.: 2662

Sul verso della tela appare in inchiostro la dicitura: «Pierre Francois Mola / Eleve du Guerchin».

Il soggetto è tratto dall’Antico Testamento (Genesi 16,6). Dopo che la schiava egizia di Sara, Agar, ebbe concepito da Abramo, «la sua padrona non contò più nulla per lei», dal momento che era sterile. «Abram disse a Sara: “Ecco, la tua schiava è in tuo potere; falle ciò che ti pare”. Sara allora la maltrattò tanto che quella si allontanò…» (Pigler 1974, I, p. 37).

Il dipinto era considerato opera di Piero Francesco Mola, e, a giudicare dalla scritta sul verso, l’attribuzione si basa su una lunga tradizione. Stilisticamente, tuttavia, il quadro in esame non ha niente a che vedere con le opere di questo artista. In passato, erano considerate varianti della nostra tela le composizioni appartenenti alla Pinacoteca Capitolina di Roma e alle Bayerische Staatsgemäldesammlungen di Monaco (Arslan 1928-1929, p. 67; Voss 1924, pp. 284, 560). E come questa opera, entrambe le tele nella bibliografia del passato erano collegate all’opera del Mola e attribuite alla sua scuola. Come attribuita a Savolini, è stata pubblicata per la prima volta da Cellini (1993).

Il quadro della collezione del Museo Puškin stilisticamente ha poco in comune non solo con il Mola, ma anche con la scuola romana in generale. Esso appartiene al gruppo relativamente limitato di opere di Cristoforo Savolini, artista di Cesena, formatosi sotto l’influsso dei pittori della scuola bolognese, in particolare del Guercino e di Cristoforo Serra. Tra le opere fondamentali di Savolini vi sono una pala d’altare firmata e datata al 1671, Santa Chiara e Apollonia e il miracolo di San Donnino, nella chiesa di San Domenico a Cesena, e un’altra composizione dipinta negli stessi anni, La conversione di Saulo, nella chiesa dell’Osservanza di San Paolo in Monte a Bologna (La pittura in Italia 1989, II, p. 880).

Il quadro della collezione del Museo Puškin denota grandissima professionalità e può essere considerato a buon diritto una delle opere migliori dell’artista. Mette in luce l’unità esistente nell’arte di Savolini tra la maniera classica di concepire il quadro e la sapiente resa espressiva dei personaggi. In questo, Savolini è vicino al cosiddetto naturalismo classicheggiante degli artisti bolognesi.

Cellini (Storie barocche 2004) nella sua scheda fa riferimento a un altro dipinto con lo stesso soggetto citato nell’inventario della collezione Ugolini: «… un Abramo, che scaccia Agar col suo figlio Ismaele, non finito, figure in piedi, ma non del naturale di mano del Sig.r Savolini» (Savini 1990, p. 71). Secondo Cellini, questa tela può essere identificata con quella passata nel 1968 sul mercato antiquario a Londra (Hazlitt Gooden and Fox Ltd.).

Provenienza: Acquisito nel 1929 dal Fondo museale di Stato.

Bibliografia: Markova 1992, p. 226, ill. (Mola ?); Cellini 1993, p. 46, ill. (Savolini); Cat. Museo Puškin 1995, p. 180, ill. (Mola ?); M. Cellini, in Seicento eccentrico 1999, p. 158 (qui e di seguito: Savolini); Mazza 2001, p. 277; Pulini 2001, p. 186 nota; Markova 2002, II, pp. 286-288, n. 258; M. Cellini, in Storie Barocche 2004, pp. 152, 210, n. 85; Boskovts 2004, p. 121.

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