LA MORTE DI DIDONE
Оригинальный размер изображения Предпросмотр

GIAMBATTISTA TIEPOLO

LA MORTE DI DIDONE

Tra il 1757 e il 1770

olio su tela

40 x 63 cm

Inv.: 1605

Il soggetto del quadro si basa sul poema Eneide di Virgilio. Enea, difensore di Troia, abbandonata la città in fiamme, nelle sue peregrinazioni approdò a Cartagine dove incontrò la regina Didone, che si innamorò appassionatamente di lui. Tuttavia, seguendo il comando di Giove, Enea dovette lasciare Cartagine, e allora presa da disperazione Didone si suicidò. Nella resa del soggetto l'artista segue la tradizione formatasi nella pittura italiana: Didone viene raffigurata nell'istante in cui si dà alle fiamme.

Nella zona di destra dell'opera sono raffigurati Enea e Jarba il re di Libia respinto da Didone. per accentuare l'espressività emotiva della scena, Tiepolo rappresenta Enea mentre assiste alla morte di Didone. L'immobilità di Enea e Jarba sconvolti da quanto sta accadendo, il loro contenuto dolore si contrappongono all'impetuosa effusione di sentimenti che si registra nel gruppo di persone che attorniano la regina. Le austere linee rette delle colonne doriche sembrano evidenziare il pathos e la dinamica tensione nella zona sinistra della composizione. Nella pittura quasi monocroma si colgono delicatissime sfumature di tonalità lilla, brune, verdi, azzurro chiaro, rosa e giallo-ambra, che si addensano e acquistano il proprio vertice di intensità nelle vesti di Didone ed Enea.

Forse, questa tela di piccole dimensioni costituisce uno schizzo per un grande dipinto su tela o per una pittura parietale. Questo genere di bozzetti non rappresentava semplicemente un materiale di lavoro per l'artista, ma nel XVIII secolo diede inizio alla diffusione di quadri in formato da «cabinet d'amateur», che decoravano gli interni delle case degli estimatori di pittura.

Сайты Музея