ANTONELLO DE SALIBA (?)
RITRATTO DI UOMO CON BERRETTO ROSSO E LIBRO
Nella collezione D.I. Ščukin il ritratto era ritenuto opera di Cima da Conegliano, mentre nella cartoteca compilata da Vipper e Bloch nel 1919-1920 era attribuito a Marco Basaiti e con questo nome fu acquisito dal Museo Puškin. Lazarev (verbalmente) inizialmente condivise questa attribuzione, che rimase per lungo al quadro, ma poi cambiò opinione a favore di Antonello de Saliba, che era stato proposto come autore da Graščenkov (1960). A sostegno di tale attribuzione si espresse Zeri (verbalmente, 1968); Lazarev confermò questa posizione nel 1972 nelle note in margine al catalogo manoscritto della pittura italiana da lui recensito. Heinemann (1991), dopo aver visto il ritratto dal vero l'ha nuovamente attribuito a Marco Basaiti datandolo intorno al 1503.
L’attribuzione dell’opera non è un compito semplice, anche a motivo dello stato di conservazione della pittura. A causa delle modeste dimensioni del ritratto, i pur lievi ritocchi eseguiti nel corso di restauri ottocenteschi, probabilmente prima che il quadro venisse immesso sul mercato dell’antiquariato, ne sminuiscono il livello artistico, alterando il carattere e l’espressione del personaggio raffigurato.
Un’attenta analisi dell’opera con consente di attribuirla con certezza né a Marco Basaiti né ad Antonello de Saliba, ai cui dipinti somiglia solo per schema compositivo. Il ritratto della collezione del Museo Puškin presenta una soluzione laconica e austera: lo sguardo del protagonista è rivolto allo spettatore, la sagoma della sua figura è chiaramente leggibile sullo sfondo del cielo azzurro e di un paesaggio in lontananza. Nelle sue linee generali questo schema ritrattistico si afferma nella pittura veneziana del primo Rinascimento, nelle opere di Giovanni Bellini, Antonello da Messina e di altri maestri dell’ultimo quarto del XV secolo. Tuttavia, a differenza di essi nel quadro nel Museo Puškin riveste un ruolo significativo la raffigurazione delle mani, che esprimono un certo movimento (la sinistra regge un libro, e la destra, con la penna, poggia sul petto), contravvenendo alla staticità dell’insieme. Questo schema ritrattistico è atipico nelle opere dei maestri italiani, e in particolare veneziani, del tempo. Come giustamente osservava Graščenkov (1996), esso risale a modelli olandesi.
La cerchia di opere appartenenti ad Antonello de Saliba, stilisticamente non è ancora stata sufficientemente chiarita. Tra le opere attribuitegli possiamo menzionare un quadro raffigurante san Sebastiano, della collezione Umberto Seristori a Firenze, accomunato al ritratto del Museo Puškin dal principio della disposizione della figura all’interno della composizione e dalla maniera un po’ semplificata, laconica di rendere i volumi della figura e il modellato del volto. Intorno al 1490 l’artista giunse a Venezia, dove rimase fino al 1497. Sappiamo che copiò i dipinti del suo celebre zio, Antonello da Messina, e di Giovanni Bellini. Una delle opere realizzate in questo genere è la Madonna Annunziata della Galleria dell’Accademia di Venezia, che si rifà ad Antonello (inv. 183; Moschini Marconi 1955, pp. 43-44, n. 41), e in cui si ravvisa un certo parallelismo con il ritratto moscovita.
Il quadro della collezione del Museo Puškin venne dipinto con ogni probabilità a Venezia tra il 1480 e la fine del secolo.
Provenienza: Era nella collezione dei principi Kočubej nella loro tenuta nel Sud della Russia; fu acquistato da D.I. Ščukin per 200 rubli; nel 1890 era di proprietà di D.A. Postnikov, Mosca; nel 1918 nel Museo di antica pittura occidentale; dal 1924 si trova al Museo Puškin.
Materiali d’archivio: Inventario della collezione Ščukin, s.d., n. 192 (qui e di seguito, Marco Basaiti); Cartoteca della collezione Ščukin, 1919-1920, f. 80 (Ritratto maschile con abito rosso).
Mostre: 1972 Mosca, cat., p. 33 (Antonello de Saliba ? Ritratto maschile).
Bibliografia: Prachov 1905, p. 165, tav. 134 (Maestro italiano del XV secolo); Sidorov 1920, p. 26, ill. (nel testo, Maestro veneziano del XV-XVI secolo; didascalia sotto l’ill., Baza[i]ti); Graščenkov 1960, pp. 36-44, ill. (Antonello de Saliba); Heinemann 1991, p. 98, n. МВ. 86 bis, fig. 89 (Marco Basaiti); Markova 1992, p. 126, ill. (qui e di seguito, Antonello de Saliba); Cat. Museo Puškin 1995, p. 116, ill.; Graščenkov 1996, pp. 277, 401, nota 258; Markova 2002, pp. 74-75, n. 31.