BACCHIACCA (FRANCESCO UBERTINI)
MADONNA CON BAMBINO
Il quadro presenta un motivo iconografico raro: la Madonna è raffigurata seduta su un massiccio sarcofago; il Bambino Gesù, sulle sue ginocchia, stringe in mano un uccellino – un cardellino – simbolo della Passione e Resurrezione di Cristo. Un muretto senza vani separa il primo piano dal paesaggio che si scorge in lontananza, sullo sfondo. Nelle opere di modeste dimensioni, dipinte come immagini sacre per la devozione personale, era più caratteristica la raffigurazione a busto della Madonna con il Bambino in braccio. Nonostante l'intimità del motivo, il dipinto del Museo Puškin si orienta piuttosto verso i principi compositivi delle immagini sacre monumentali, che presentano la Madre di Dio a figura intera, assisa in trono.
Restauro: 1964 (Museo Puškin, V.N. Zinov’eva), asportazione dello strato di vernice scurita e sporca; le vecchie ridipinture non sono state completamente rimosse.
L’attribuzione è quella tradizionale, l’appartenenza al suo autore non è mai stata messa in questione. L’intento compositivo, semplice e nitido, corrisponde agli ideali del Rinascimento classico. La struttura compositiva e il principio organizzativo dello spazio determinano le nette forme architettoniche del primo piano, che si sviluppa in profondità mediante terrazze che sembrano in contrasto con la fluidità della pittura del paesaggio.
La raffigurazione del trono, una sorta di blocco massiccio che ricorda un sarcofago, risale alle opere di Pietro Perugino, maestro di Bacchiacca. Nel nostro dipinto, tuttavia, questo motivo ha soprattutto un significato simbolico religioso: il sarcofago è il sepolcro, e così il tema della morte redentiva, a cui allude il cardellino, diventa il motivo dominante del quadro. In questo modo di sviluppare il tema Bacchiacca si avvicina all’arte del domenicano Fra’ Bartolomeo, permeata dalle idee religiose di Savonarola. Si può menzionare come esempio la pala d’altare di Fra’ Bartolomeo nel duomo di Lucca. La figura del Bambino e la sua posa si rifanno alle opere di Andrea del Sarto, grande amico dell’artista, che esercitò un considerevole influsso sulla sua formazione. Questo motivo si incontra ancora una volta nella raffigurazione di Cristo nel quadro di Bacchiacca Madonna con Bambino e sant’Anna, della collezione di lord Yarborough in Inghilterra (Nikolenko 1966, fig. 55), dove alla figura del Bambino è conferita una posa analoga.
Il quadro della collezione del Museo Puškin appartiene al periodo giovanile dell’attività del maestro, ed è fra le opere più pregevoli di quest’epoca. Un’opera simile dello stesso periodo è il quadretto Tobia con l’angelo, della Galleria degli Uffizi a Firenze (inv. 5352). Ad accomunarle non è solo il carattere delle figure, ma anche il secondo piano appena abbozzato. Nei disegni dell’artista si incontrano spesso motivi paesaggistici tratteggiati con estrema libertà, e alcuni di essi per audacia «formale» ricordano gli schizzi di maestri di epoca successiva (Gabinetto dei Disegni e delle Stampe agli Uffizi di Firenze, inv. 1314Е, 1318Е, 1355Е, 1357Е, 1359Е, 1360Е). Nel quadro moscovita, come nelle opere di grafica, l’artista dipinge le chiome degli alberi attraverso libere pennellate orizzontali, stese perpendicolarmente ai fusti.
Lazarev (Lasareff 1923a) datava il dipinto del Museo Puškin agli anni Venti del XVI secolo, Nikolenko (1966) intorno al 1520.
Provenienza: Era nella collezione dei conti Šuvalov a San Pietroburgo; nel 1924 è pervenuto dal Museo di Palazzo Šuvalov, a Leningrado.
Mostre: 1973 Budapest, cat., p. 6, n. 2.
Bibliografia: Konopleva 1923, p. 36, n. 47 (ovunque, Bacchiacca); Lasareff 1923a, рp. 86-88, ill.; ЕЕ. 1924, p. 43; Salvini in Thieme-Becker 1939, XXXIII, p. 522 (indicato come appartenente in precedenza alla collezione Šuvalov); Nikolenko 1966, р. 41, fig. 20 (con l’indicazione erronea della sua collocazione all’Ermitage); Markova 1992, p. 122, ill.; Cat. Museo Puškin 1995, p. 82, ill.; Markova 2002, pp. 78-79, n. 34.