MADONNA CON BAMBINO IN TRONO, CON ANGELI
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GIOVANNI DI BARTOLOMEO CRISTIANI

MADONNA CON BAMBINO IN TRONO, CON ANGELI

1365-1370

tempera su legno, doratura

163,2 х 90,4 cm

Inv.: 176

In origine era la composizione centrale di un polittico. Il supporto è una tavola di pioppo dello spessore di 35 mm, composta di tre pezzi. La tavola è fortemente danneggiata dal tarlo. Il bordo tinteggiato di marrone che contorna l’arco a sesto acuto è posteriore. I nimbi e parzialmente i motivi ornamentali sono incisi su oro. Il tappeto decorato sul trono della Madonna, nei cui motivi ornamentali si vedono fiori selvatici, uccelli, scimmie, è eseguito in una tecnica complessa, che si avvale di incisioni su oro, tempere e vernici. La pittura è in buono stato di conservazione, le piccole lacune dello strato pittorico sono ritoccate.

In alto, ai lati dell’arco a sesto acuto che conclude la composizione, con un accenno di rilievo, appaiono due stemmi uguali a forma di scudi triangolari (variaghi), la cui identità non è stata finora appurata.

A tergo della tavola si osservano i numeri delle precedenti collezioni: in basso (in nero), il numero di inventario dell’Ermitage del 1859 - 7214; in alto - 362 (in blu) e vicino - 2 (in bianco); al centro, leggermente sopra la metà della tavola, un sigillo di ceralacca.

Restauro: 1974 (Museo Puškin, V.N. Zinov’eva), parziale consolidamento del supporto ligneo, danneggiato dal tarlo; asportazione della vernice posteriore scurita e sporca, ritocchi a olio delle lacune dello strato pittorico.

L’opera era la composizione centrale di un polittico, raffigurante negli scomparti laterali san Romualdo (?) (122,5 х 42,5; inv. 271), sant’Andrea (122 х 42; inv. 274) attualmente all’Ermitage; san Bartolomeo e san Domenico (ciascuno 122 х 42,6; inv. 17, 19), al Museo Bandini di Fiesole. Non è possibile risalire all’attribuzione che era stata offerta del dipinto nel periodo in cui esso apparteneva alla collezione Bejne, perché nel catalogo di Prochorov del 1879 mancano notizie sulla sua datazione e appartenenza ad una scuola o cerchia locale; questo vale anche per il precedente catalogo manoscritto del 1865, in cui l’opera era denominata «Madre di Dio con il Bambino Gesù, seduta su un trono (gotico), con intorno quattro angeli, due in piedi dietro il trono, e due inginocchiati davanti ad esso, l’uno mentre suona il violino e l’altro la bandura». Nel periodo in cui fu conservata all’Ermitage, la nostra composizione era considerata opera di un anonimo fiorentino del XIV secolo e per qualche tempo venne attribuita alla scuola di Orcagna. In un primo tempo Andreeva-Šilejko ritenne che il suo autore fosse Ambrogio Valdese, ma successivamente la attribuì a Giovanni di Bartolomeo Cristiani (Šilejko-Andreeva 1927), che fu citato come il suo autore anche da Lazarev (Lasareff 1928).

Il merito di aver ricostruito il polittico a cinque scomparti, in cui la composizione moscovita occupava il posto centrale, appartiene a Zeri (1961; 1991b). Gli scomparti con le raffigurazioni dei santi Romualdo e Andrea dell’Ermitage erano attribuiti rispettivamente a Nardo di Cione e al medesimo autore con punto interrogativo. Lazarev era favorevole ad attribuirli alla scuola dell’artista, pur senza escludere la paternità di Giottino. Fu Zeri a stabilire che erano invece opera di Giovanni di Bartolomeo Cristiani; lo studioso inoltre era convinto che uno dei pannelli dell’Ermitage non raffigurasse san Romualdo, bensì san Benedetto.

Van Marle attribuiva gli scomparti del Museo Bandini a Giovanni Bonsi (Van Marle 1924, III, p. 408), ma l’attribuzione definitiva della paternità spetta a Offner (1956, р. 192), che li inserì nel catalogo delle opere di Giovanni di Bartolomeo Cristiani; qui è menzionata anche la composizione del Museo Puškin, senza tuttavia indicare il suo legame con le altre parti del polittico; non si fa cenno degli scomparti dell’Ermitage.

Sulla vita di Giovanni di Bartolomeo Cristiani ci sono rimaste notizie molto frammentarie. È menzionato nei documenti della città di Pistoia, ma dal 1366 si attesta la sua attività a Firenze, dove era verosimilmente un aiutante di Nardo di Cione. Il polittico che aveva al centro la composizione del Museo Puškin è da considerarsi una delle opere capitali dell’artista, i cui dipinti testimoniano un elevato livello professionale e un particolare dono del colore.

Le raffigurazioni degli angeli musici, generalmente rappresentati in ginocchio davanti al trono di Maria, come pure degli angeli più in alto, ai lati del trono, si incontrano in diverse opere dell’artista, in particolare nel trittico della collezione Acton di Firenze e nella composizione «Madonna con Bambino e angeli» del Museo civico di Pistoia (collezione Puccini; inv. 465; Marcucci 1965, р. 131, n. 92; Cat. Museo Civico di Pistoia 1982, p. 197, n. 102). Nel polittico di San Giovanni Fuorcivitas a Pistoia (Offner 1956, р. 192), raffigurazioni analoghe si accostano alla figura di Giovanni Evangelista collocata al centro. Quest’ultimo trittico è datato 1370, ed è la più antica fra le opere di Giovanni di Bartolomeo Cristiani che presentano una datazione. La composizione del Museo Puškin qui pubblicata, come l’intero polittico cui apparteneva, è generalmente attribuita agli anni dal 1365 al 1370, cioè al periodo giovanile dell’attività del maestro, ricostruito grazie agli sforzi di Offner (1956). Questa datazione si basa sulle peculiarità stilistiche dell’opera, in cui le tradizioni della scuola pisano-pistoiese, determinanti nella formazione dell’artista, si uniscono a elementi presenti nei dipinti di scuola fiorentina.  Ad esempio, l’influsso di Nardo di Cione e Niccolò di Tommaso diventa particolarmente evidente nelle opere mature di Giovanni di Bartolomeo Cristiani.

Un motivo analogo di angeli musici si incontra in un trittico di Nanni di Jacopo da Pistoia, profondamente segnato dall’influenza di Giovanni di Bartolomeo Cristiani (Boskovits 1991). Forse, questo motivo venne desunto proprio dalla composizione del Museo Puškin.

Provenienza: L’opera venne acquistata in Italia, presumibilmente a Firenze tra il 1841 e il 1852, da Karl-Avgust Bejne, professore di architettura presso l’Imperiale Accademia di Belle Arti di Pietroburgo; intorno al 1860 fu acquisita per il Museo di arte russa antica dell’Accademia, da cui nel 1896 passò al Museo Russo di Pietroburgo, e nel 1910 all’Ermitage; dal 1924 si trova al Museo Puškin.

Materiali d’archivio: Cat. Prochorov 1865, f. 8 v., n. 1 (senza attribuzione); Invent. Ermitage 1859, n. 7214 (Anonimo fiorentino del XIV secolo).

Bibliografia: Prochorov 1879, p. 43, n. 5 (senza attribuzione); Cat. Ermitage 1912, p. 143, n. 1977 (qui e di seguito, anonimo della scuola fiorentina del XIV secolo; il numero si è conservato in tutti i cataloghi dell’Ermitage fino al 1916); Album Ermitage 1912, p. 175, ill.; Cat. Ermitage 1916, p. 134 (anonimo di scuola italiana del XIV secolo); Voinov 1922, p. 76; Šilejko-Andreeva 1927, pp. 30-31, ill. (qui e in seguito, Giovanni di Bartolomeo Cristiani); Lasareff 1928, рp. 31-33, fig. 7 (la didascalia sotto l’illustrazione è errata, si riferisce alla fig. 4); Offner 1956, р. 192; Lazarev 1959, p. 302; Cat. Museo Puškin 1961, p. 103; Zeri 1961, рp. 220-223, fig. 5; Berenson 1963, I, p. 51; Dizionario Bolaffi 1974, VI, pp. 40-41; Boskovits 1975, p. 148, 317, tav. 164c; Fremantle 1975, p. 264, n. 536; Offner 1981, р. 65; Boskovits in Dizionario biografico degli italiani, 31, 1985, p. 16; Cat. Museo Puškin 1986, p. 99, ill. 5; Pittura in Italia 1986, p. 579; Boskovits 1991, pp. 48, 50, 84; Zeri 1991b, pp. 36, 37, fig. 44; Markova 1992, pp. 54-57, ill.; Kustodieva 1994, pp. 11, 211; Cat. Museo Puškin 1995, p. 99, ill.; Pjatnickij 1996, p. 312, ill., 317-319.

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