LORENZO (PIETRO DI GIOVANNI) MONACO
MADONNA CON BAMBINO E ANGELI (MADONNA DELL’UMILTÀ)
Prima del trasferimento della pittura su tela, realizzato a Pietroburgo dal restauratore A. Sidorov, il supporto era costituito da due tavole (al centro è rimasta traccia della giuntura con interventi di ritocco eseguiti nel corso di restauri, ora scuriti); la fibra del legno era orientata in verticale. La trasposizione della pittura su tela ha avuto nell’insieme effetti negativi per la conservazione dell’opera: su tutta la superficie si osservano numerosi ritocchi, particolarmente evidenti lungo le crepe del vecchio supporto. La superficie è coperta di uno strato di vernice protettiva sporca e scurita. Nei nimbi e nel cuscino si presentano motivi incisi su oro.
A tergo della tela si osserva la scritta: «Trasferita da legno su tela nel 1889 da A. Sidorov». La cornice con l’iscrizione AVE MARIA GRATIA PLENA e la data АМСССС (1400) rappresenta un’imitazione posteriore dell’antica cornice a edicola, e potrebbe riprodurre la scritta e la data andate perdute nel corso del restauro e del trasferimento del dipinto sul nuovo supporto.
La Madonna dell'Umiltà è una delle tipologie tradizionali di raffigurazione della Vergine nella pittura italiana a partire dal XIV secolo. La Vergine Maria è raffigurata seduta a terra, su un cuscinetto, offrendo in tal modo un vero esempio di umiltà. I teologi medioevali ravvisavano nell’umiltà il seme da cui germogliano tutte le altre virtù; così da Maria «germoglia» Cristo.
Già nella collezione Chomjakov era riportata sotto il nome di Lorenzo Monaco e con tale attribuzione è pervenuta al museo. Nello stile dell’opera non è difficile ravvisare sia un legame con le opere degli artisti fiorentini Agnolo Gaddi e Nicolò di Pietro Gerini, che esercitarono un influsso sulla sua formazione artistica, sia anche un’affinità con le tradizioni della pittura senese, a cui l’artista doveva la sua tendenza a uno stile raffinato, basato su linee fluide e squisiti accostamenti di colore. Nell’opera della collezione del Museo Puškin, appartenente al periodo giovanile del maestro, sono espressi abbastanza chiaramente elementi dello stile tardogotico, di cui Lorenzo Monaco divenne uno degli esponenti di maggior spicco a Firenze. Lo stato di conservazione dell’opera non ci consente di apprezzare appieno il suo valore artistico.
Si possono citare diverse convincenti analogie rispetto a composizioni dipinte dall’artista nel primo decennio del XV secolo. Fra esse la Madonna con Bambino e angeli del Museo Fitzwilliam di Cambridge, dipinta intorno al 1395-1400 (inv. 550; Boskovits 1975, tav. 458), la Madonna con Bambino e angeli del Metropolitan Museum di New York (inv. 09.91), un’opera datata tra il 1400 e il 1405 nella collezione della Pinacoteca nazionale di Bologna (inv. 501), e la Madonna dell’Umiltà del 1404 nella Collegiata di Empoli (Boskovits 1975, tav. 459, 460), che costituiva la parte centrale di un trittico. Zeri (verbalmente, 1968) espresse l’ipotesi che la Madonna del Museo Puškin fosse stata dipinta nella bottega di Lorenzo Monaco, e come analogia indicò la predella (conservata in Vaticano, inv. 193) di un trittico della National Gallery di Londra (inv. 215, 216). Eisenberg (1989) ha pubblicato il quadro come opera dello stesso maestro, argomentando la propria ipotesi con la somiglianza ad una composizione della collezione della Galleria dell’Accademia di Firenze (Madonna con Bambino e santi, inv. 470). Con questa posizione è pienamente solidale anche l’autrice del presente catalogo.
Boskovits (1975) riteneva possibile identificare l’opera del Museo Puškin con quella che aveva visto all’inizio del secolo a Mosca Wulf (fatto riportato da Sirén, 1905).
L’opera moscovita venne dipinta nel periodo giovanile dell’attività di Lorenzo Monaco a Firenze, dove nel 1391 prese i voti monastici nel monastero camaldolese di Santa Maria degli Angeli. Fremantle (1975) la datava al 1400; Boskovits (1975) tra il 1405 e il 1410; Eisenberg (1989) intorno al 1408-1410.
Provenienza: A quanto apprendiamo dalle notizie esistenti nell’archivio di D.A. Chomjakov, l’opera proviene da Palazzo Strozzi a Firenze; nel 1880-1890 venne acquistata da Chomjakov in Italia; nel 1901 fu donata da Chomjakov (Mosca) al Museo Rumjancev; dal 1924 si trova al Museo Puškin.
Materiali d’archivio: Elenco della collezione Chomjakov 1901, n. 1.
Bibliografia: Cat. Museo Rumjancev 1901, p. 33, n. 403 (ovunque, Lorenzo Monaco); Cat. ill. Museo Rumjancev 1901, p. 6, n. 323; Invent. Museo Rumjancev 1901, p. 60; Cat. Museo Rumjancev 1903, p. 41, n. 408; Sirén 1905, р. 190; Cat. Museo Rumjancev 1908, p. 77, n. 713; Cat. Museo Rumjancev 1909, p. 77, n. 718; Cat. Museo Rumjancev 1910, p. 77, n. 718; Cat. Museo Rumjancev 1912, p. 95, n. 12; Cat. Museo Rumjancev 1913, p. 102, n. 12; Cat. Museo Rumjancev 1915, pp. 204, 220, n. 571; Lasareff 1924b, pp. 124-126, ill.; Van Marle 1927, IX, p. 130; Suida in Thieme-Becker 1929, XXIII, p. 392 (qui e di seguito, indicata come appartenente al Museo Rumjancev); Berenson 1932, р. 300; Berenson 1936, р. 258; Pudelko 1938, р. 238, n. 13; Lazarev 1959, p. 205; Cat. Museo Puškin 1961, p. 128; Berenson 1963, I, p. 120; Boskovits 1975, р. 349; Fremantle 1975, р. 371, n. 752; Eisenberg 1989, рp. 147-148, fig. 2; Freuler 1991, р. 226; Markova 1992, рp. 22, 31; Markova 1992, p. 74, ill.; Metropolitan Museum 1994, p. 234; Cat. Museo Puškin 1995, p. 103, ill.