NICOLETTO SEMITECOLO
MADONNA CON BAMBINO (MADONNA DELL'UMILTÀ)
Il supporto è una tavola unica dello spessore di circa 35 mm, con la fibra del legno orientata in verticale. La tavola è leggermente ritagliata sui lati e a tergo (e un po’ smussata alle estremità); in alto, sul verso, presenta un infossamento con superficie carbonizzata per cause sconosciute). Sui nimbi vi sono motivi ornamentali a rilievo; la raggiera è incisa nell’oro. L’arco trilobato nella zona superiore della composizione e le parti di sfondo al di sopra di esso, come pure la raffigurazione dell’impiantito, sono in gran parte rifatti. Oltre al fondo, le zone dove si osservano con maggior evidenza ritocchi sono i capelli del Bambino.
Restauro: 1972 (Museo Puškin, V.N. Zinov’eva); è stata asportata la vernice scurita e sporca, mentre i rifacimenti tardivi sono stati parzialmente conservati.
È rappresentato il tipo iconografico della Madonna dell'Umiltà. Cfr. cat. n. 11.
Nella collezione Ščekin era considerata opera di Lorenzo Veneziano, mentre nell’inventario del Museo di Belle Arti figurava sotto il nome di Lorenzo Veneziano con punto interrogativo. Successivamente, nell’inventario principale del Museo venne inserita come opera di scuola veneziana della seconda metà del XIV secolo. Lazarev dapprima (verbalmente, negli anni Venti) la attribuì a Niccolò Semitecolo, ma successivamente la pubblicò (Lasareff 1954; Lazarev 1954) come dipinto di un seguace di Paolo Veneziano, indicandone come possibile autore il Maestro Stefano nel periodo in cui lavorava nella bottega di Paolo, tra il sesto e il settimo decennio del XIV secolo, cioè intorno al 1360. Muraro (1969, р. 125), rifacendosi a Lazarev la datò intorno al 1370. Nella monografia Le origini del Rinascimento italiano (Lazarev 1959), lo studioso si pronunciò per una possibile appartenenza dell’icona a uno dei figli di Paolo e la datò agli anni Sessanta. Pallucchini (1964) la attribuiva al Maestro Memento mori, che deve il suo nome alla composizione Madonna con Bambino della collezione Thyssen-Bornemisza di Madrid (in precedenza nel castello di Rohonc, Castagnola; Boskovits 1990). Qualche tempo prima Gallina, probabilmente per la prima volta, aveva fatto osservare la somiglianza dell’opera citata con un altro dipinto della collezione Thyssen-Bornemisza, come pure con la Madonna dell’Accademia Tadini a Lovere (Gallina 1957, рp. 10-11, tav. 2). Zeri (verbalmente, 1968) propose di attribuirla a Jacobello di Bonomo, ma Lazarev dissentì categoricamente, nel 1972, nelle note in margine al manoscritto del catalogo della pittura italiana nella collezione del Museo Puškin. Muraro (1969) la attribuì a Catarino Veneziano e, a parer suo, al medesimo autore può appartenere anche il trittico raffigurante la Madonna dell’Umiltà con Giovanni Battista e San Pietro di Mostači (Duric 1963). Skerl Del Conte (1989-90) ne propose come autore Nicoletto Semitecolo, ritornando in questo modo all’originaria attribuzione di Lazarev.
La composizione del Museo Puškin appartiene alla cerchia di opere dipinte a Venezia nel ventennio tra il 1350 e il 1370. Molto simili fra loro, contrassegnate dall’influsso di Paolo Veneziano, ma tavolta notevolmente diverse per qualità di esecuzione, esse appartengono ad autori diversi. Stilisticamente somigliante alla nostra composizione è l’Incoronazione di Maria dell’Accademia veneziana (inv. 16), sebbene la qualità dell’opera del Museo Puškin sia migliore. Va menzionata anche un’altra opera appartenente a questo gruppo, la composizione di Nicoletto Semitecolo Madonna dell’Umiltà, nella Sacrestia dei Canonici nel Duomo di Padova (Da Giotto al Mantegna, 1974, n. 43), dove è evidente la somiglianza all’icona moscovita nella raffigurazione delle mani della Madonna e nel modellato un po’ spigoloso del corpo del Bambino.
Indubbiamente, molto simile alla nostra opera è anche la Madonna con Bambino della collezione Thyssen-Bornemisza, com’è già stato osservato (Gallina 1957). Si può rilevare non solo una somiglianza nella maniera complessiva di rendere la forma, ma anche nei motivi ornamentali (incisione sui nimbi e raggiera sul fondo), e nel disegno a bizzarre foglie che decora il manto di Maria. La somiglianza della veste della Madonna alle due opere citate, e anche all’Annunciazione di Lorenzo Veneziano dell’Accademia di Venezia (inv. 9), era stata osservata a suo tempo da Klesse (1967). Questi elementi fanno pensare con una buona dose di certezza che le opere appartengano alla medesima bottega. Tuttavia la composizione della collezione Thyssen-Bornemisza sembra di livello migliore rispetto all’opera del Museo Puškin, forse anche a motivo del buono stato di conservazione. Ritenendo giustamente che la composizione moscovita sia precedente, Boskovits (1990) la datava intorno al 1350. Nella sua maniera esecutiva egli ravvisava una somiglianza con gli scomparti di un polittico del Museo Correr di Venezia (inv. 375; Mariacher 1957, pр. 94-95).
Confrontando le due icone di Padova e di Mosca, Skerl Del Conte osservava che esse appartengono alla cerchia di opere dei periodo veneziano, eseguite prima dell’incontro di Nicoletto Semitecolo con Guariento. A Venezia l’artista lavorò fianco a fianco con Lorenzo Veneziano, Catarino, Donato e Stefano, che di fatto avevano ereditato la bottega del Maestro Paolo. Non c’è da stupirsi che in un gruppo abbastanza ampio di opere si osservi il ripetersi di elementi comuni e l’impiego delle medesime tecniche. Con questa produzione della bottega, probabilmente, si sono confuse le opere di Nicoletto Semitecolo, tanto più che fino ad oggi non ne conosciamo nessuna attribuita a lui con certezza.
Provenienza: Nel primo decennio del XX secolo fu acquistata da M.S. Ščëkin in Italia; 1909 dono di Ščekin.
Materiali d’archivio: Inventario della collezione Ščekin 1909, f. 2, n. 20 (Lorenzo Veneziano); Inventario del Museo di Belle Arti 1900-1924, II, n. 1789 (Lorenzo Veneziano ?).
Bibliografia: Guida del museo 1917, p. 117, n. 5 (Artista veneziano del XIV secolo); Lazarev 1954, pp. 307-313, 315, tav. IV (qui e di seguito, Scuola del Maestro Paolo); Lasareff 1954, рp. 83-87, fig. 84; Gallina 1957, р. 11 (Bottega del Maestro Paolo; presumibilmente Lorenzo Veneziano); Lazarev 1959, p. З10, nota 382 (Bottega del Maestro Paolo); Pallucchini 1964, р. 194, fig. 596 (Maestro Memento mori); Klesse 1967, p. 271, n. 165 (Bottega di Lorenzo Veneziano); Muraro 1969, р. 125, fig. 101 (Catarino Veneziano); Skerl Del Conte 1989-90, pp. 10, 15, 16, fig. 6 (presumibilmente Nicoletto Semitecolo); Boskovits 1990, p. 200, n. 7 (cerchia di Paolo Veneziano); Markova 1992, p. 66, ill. (Seguace di Paolo Veneziano); Cat. Museo Puškin 1995, p. 110, ill. (Seguace di Paolo Veneziano).