VERONESE
scuola del
APOLLO E MARSIA
La pittura è coperta da una patina di vernice un po’ scurita e sporca.
Sul recto appaiono i numeri d’inventario; a destra, in bianco, il numero del Catalogo dell’Ermitage del 1773: 72; a sinistra, in rosso, il numero del Catalogo dell’Ermitage del 1797: 3618.
Il soggetto mitologico del quadro narra la competizione musicale fra Apollo e il sileno Marsia. Nella pittura rinascimentale per rappresentarlo si ricorreva a motivi della poesia di Ovidio (Metamorfosi VI, 382; Fasti XV, 703-708).
Già Mariette ne attribuiva la paternità a Carletto Caliari, ma in generale l’attribuzione a Paolo Veronese per lungo tempo non venne messa in discussione. Proprio così l’opera figurava nella collezione Crozat, mentre nel Catalogo dell’Ermitage del 1797 è registrata come «scuola del Veronese». Nei cataloghi precedenti il dipinto non è menzionato; neppure Stuffmann ne cita il numero nel catalogo del 1774 (Stuffmann 1968). Nel Museo Puškin giunse come opera di scuola veneziana del XVI secolo. Nel registro inventario del Museo Puškin c’è un’annotazione di pugno di Malickaja: «Secondo l’attribuzione di Lazarev, appartiene a Brusasorci Domenico». Pallucchini tornò invece all’attribuzione a Carletto Caliari, figlio e allievo di Paolo Veronese. Il tipo di elaborazione del tema classico risale a modelli dello stesso Veronese. Probabilmente, fu dipinto da uno dei maestri della sua scuola e forse, come si riteneva fin dal XVIII secolo, da Carletto Caliari, che era in stretta collaborazione con Veronese. Fra i possibili autori del quadro può essere citato anche Giovanni Battista Zelotti, uno dei più dotati seguaci del Veronese, anch’egli veronese d’origine.
La composizione fu riprodotta in un’incisione sotto il nome di Paolo Veronese da Francois Joullain (1697-1778), nelle Recueil del 1729 e 1763. Sull’incisione si legge: Apollon Ecorchant Marsyas / Tableau de Paul Véronèse, du Cabinet de M.r Crozat, peint sur toile, haut. de 19½ pouces, large de 25¾ pouces. / Gravé par Francois Joullain.
Provenienza: Era nella coll. M. de Montarsis e Crozat (Parigi); nel 1772 venne acquistato per l’Ermitage. Nell’inventario del Museo Puškin si indica che il «quadro dal Museo Čičerin di Tambov passò al Museo Rumjancev»; con ogni probabilità, il dipinto fu venduto all’asta dall’Ermitage ed entrò a far parte della coll. Čičerin, nella tenuta di Karaul nel Governatorato di Tambov; venne poi ceduto al Museo di Tambov, e nel 1920 al Museo Rumjancev; dal 1924 si trova al Museo Puškin.
Bibliografia: Recueil, 1729, II, р. 69, tav. XXXV (qui e di seguito, riprod. in un’incisione; qui e di seguito, Paolo Veronese); Mariette 1742, II, 69, tav. XXXV; Recueil, 1742, II, s.n.; Cat. Crozat 1755, p. 20; Recueil, 1763, II, p. 36, tav. XXXV (riprod. in un’incisione); Stuffmann 1968, р. 79, n. 176, ill. (Paolo Veronese); Pignatti 1976, I, p. 196, n. А 211 (nella sezione delle opere attribuite a Veronese); Ticozzi 1978, р. 82, n. 93 (riprod. in un’incisione); Markova 1992, p. 152, ill.; Cat. Museo Puškin 1995, pp. 90-91, ill.; Markova 2002, pp. 123-124, n. 60.